Sindaco di Napoli, dopo l?Anci il rimpasto in Giunta vacillano tre assessori

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Ora che il sindaco Gaetano Manfredi è stato eletto Presidente dell’Anci, inizia il gran ballo del riassetto della giunta. La forza dell’ex rettore è Napoli e lui lo sa bene. Ecco perché il nuovo corso riparte dal rimpasto. Del resto un paio di giorni a settimana dovrà per forza di cose stare a Roma in Anci. In virtù del nuovo incarico di livello nazionale, arrivato grazie a nuovi equilibri politici che riguardano la sua maggioranza. Con Pd e sinistra ora molto più forti rispetto a M5s che ha preso molte mazzate alle regionali. E per essere più forte nella Capitale bisogna essere più forti in città, il mantra di Manfredi non cambia: prima di tutto Napoli.

A Palazzo San Giacomo si ragiona su un range tra 2 e 4 cambi e al consolidamento del ruolo politico di Teresa Armato funzione che di fatto già esercita, si muove, su mandato del sindaco, da classico vicesindaco politico. Poi la Armato è del Pd che oltre a rivendicare l’assessore che gli tocca - bisogna rimpiazzare Paolo Mancuso dimessosi 2 anni fa - è un partito in ascesa. La segretaria Elly Schlein non va dimenticato, ha difeso e imposto Manfredi “Sindaco dei sindaci” al suo partito e agli alleati. In questo ragionamento non è prevista l’uscita dalla squadra della vicesindaca Laura Lieto, che ha in mano dossier importantissimi come il nuovo Prg. Però alla Armato va allargato il mandato. Nonostante lo scenario favorevole ai dem, in giunta - paradossalmente - sono ritenuti dei casi, sia dal sindaco che dal Partito, alcuni assessori proprio di area dem.

Quello di Antonio De Iesu, che ha la delega alla legalità. Un poliziotto di razza, ex questore e prefetto. Considerato più che del Pd un deluchiano. Cioè vicino al governatore Vincenzo De Luca, un separato in casa dei dem e che è contro la Schlein. Ora i nodi vengono al pettine. Si racconta a Palazzo San Giacomo che dopo il via libera del consiglio regionale al terzo mandato da governatore - ma non con il Pd - De Iesu non abbia trattenuto il suo entusiasmo. La classica goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso della pazienza di Manfredi, ma anche del Pd che vede occupata una casella da una personalità attribuita al Pd ma non espressione del Partito. Chiara Marciani - entrata in quota De Luca - invece ora è completamente manfrediana e del Pd. Forse il nodo più difficile da sciogliere è quello dell’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta. Ex sottosegretario al Mef. Nell’ultimo anno è alle prese con problemi che dovevano essere già risolti come il ritardo del piano di rilancio delle aziende partecipate. Tra cui il varo della “Napoli Patrimonio”.

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Due asset fondamentali del “Patto per Napoli” e tali ritenuti anche dal sindaco. A questo si aggiunga che la società riscossione a cui si è rivolta il Comune - Napoli obiettivo valore - è sostanzialmente stata estromessa pur riscuotendo ancora molti soldi, perché non avrebbe i requisiti per fare il suo lavoro. In questo contesto c’è insoddisfazione anche verso Luca Trapanese del M5s, che ha la delega alle politiche sociali. E dentro al suo stesso partito, nonostante le mazzate elettorali, le faide intestine resistono: Trapanese è considerato troppo individualista. E anche in Comune la sua posizione è ritenuta in bilico. Non ultimo come problema quello dell’assessora alla Scuola Maura Striano. Grande nome della cultura, ma un po’ troppo timida nella gestione del pianeta scuola. Dal quale arrivano a Manfredi report non esattamente soddisfacenti.

Quello che si profila è un rimpasto con una giunta più politica e con una identità dei dem più marcata. Oltre al nuovo ingresso della sinistra. Avs ha chiesto e otterrà un assessore, del resto è di gran lunga la seconda forza della coalizione che regge il sindaco Manfredi. Potrebbero avere proprio la scuola come assessorato. Nomi caldi? Per ora resiste - per il Pd - quello del capogruppo Gennaro Acampora per il resto Manfredi aprirà la discussione a breve e se ne saprà di più.

L’ex rettore non metterà mano a una segreteria romana. Manfredi ritiene affidabili le professionalità in carica. In gran parte messe in Anci dal lungo percorso fatto dall’uscente Antonio Decaro. Ci potrà essere al massimo qualche integrazione e qualche altro ufficiale di collegamento con Napoli. Al sindaco servono una o due professionalità capaci di dialogare con le sponde romane e quelle napoletane. Certo è che a oggi - questo fanno sapere dal Municipio napoletano - il fidatissimo portavoce Carlo Porcaro e il direttore generale Pasquale Granata, quest’ultimo in Anci da un ventennio, non si muoveranno da Palazzo San Giacomo, anzi i loro rispettivi mandati saranno rafforzati. Saranno gli occhi - e non solo - di Manfredi. Così come la figura di Antonio Caiazzo l’ombra di Manfredi. Già promosso in tempi non sospetti, un paio di mesi fa - forse non a caso - «quale coordinatore di staff per le funzioni di supporto alle relazioni istituzionali e alle attività di rappresentanza del Sindaco».

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