Andrea Stroppa, referente in Italia di Elon Musk, ha avuto in anteprima sia le 40 domande che lo Stato Maggiore della Difesa gli avrebbe posto sia le risposte giuste per aggiudicarsi l’appalto sul sistema satellitare Starlink, creato dal tycoon statunitense e finalizzato all’impiego delle tecnologia fornita da SpaceX per internet. È quanto emerge dall’informativa del nucleo di polizia economica-finanziaria di Roma, allegata all’inchiesta che ha portato il 14 ottobre scorso all’arresto dell’ex direttore generale di Sogei, Paolino Iorio, mentre intascava una mazzetta da 15mila euro dall’imprenditore informatico Massimo Rossi (da venerdì sono finiti in carcere per il rischio di inquinamento probatori). Nell’inchiesta della Procura capitolina ci sono in totale 18 indagati, tra cui l’ufficiale della Marina militare Antonio Masala (distaccato al VI reparto dello Stato maggiore della Difesa) e il 30enne romano esperto informatico Stroppa, entrambi accusati di corruzione. Il 5 giugno scorso, il primo si complimenta con il secondo per il comportamento tenuto nella riunione avvenuta allo Stato maggiore della Difesa e poi gli riferisce che «lo step successivo è il progetto a cui potranno lavorare insieme»: «se saranno veloci - spiega Masala - entro l’anno potrebbero riuscire a fare un accordo per tutto il Paese, altrimenti, se andranno per le lunghe, cercheranno di fare le attivazioni (del progetto Starlink, ndr) per singoli clienti, quali per esempio la Marina». A quel punto, Stroppa gli ricorda che aspetta «le 40 domande» in modo da chiedere supporto ad altre persone (presumibilmente i tecnici americani di Starlink, specifica la Finanza). Masala lo rassicura che gli arriveranno in giornata e poi i due si accordano per lavorarci insieme prima della consegna. Insomma, una specie di test “truccato” per assicurarsi l’appalto. Il 30enne dice: «Le studiamo insieme... e quelle domande le integriamo nella presentazione». A quel punto, l’ufficiale della Marina rilancia: «Vabbè ma io, chiaramente, so già le risposte (...) quelle che noi ci aspettiamo... che tu dica sì, e risposte per le quali troviamo insieme una quadra. Non so se sono chiaro». Stroppa risponde: «Esatto! Ma guarda che tutto quello che è possibile fare, cioè 10, internamente spingo affinché venga fatto. (...) Ci tengo a livello personale... se un progetto deve essere fatto nel mio Paese, cioè almeno la cosa di sapere: “vabbè sto contribuendo per fare una bella cosa, fatta bene».
I SOSPETTI DEL CAPO
Il generale Giovanni Gagliano, capo del VI reparto dello Stato maggiore della Difesa, «nutre forti dubbi - si legge nell’informativa - sulla genuinità dell’operato del proprio collaboratore». Lo riferisce il 5 giugno lo stesso Masala a Cristiano Rufini (ex amministratore delegato di Olidata spa, rimosso dal suo incarico dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta): «Oggi Gagliano mi ha voluto parlare perché ha detto: “non vorrei che tu avessi interessi personali perché stai perorando la causa Starlink molto fortemente e questa cosa la trovo molto strana”». L’ufficiale della Marina, quindi, aggiunge: «Speriamo nelle slide (con riferimento a una presentazione predisposta da Stroppa, precisa la Finanza), non deve mai comparire Olidata eh, finché lui non se ne va». Il riferimento, probabilmente, è proprio al Generale. Masala infatti detiene nella società quotata in borsa, per il tramite della moglie, azioni per oltre 3 milioni di euro. In cambio di questo suo interessamento, il referente di Elon Musk avrebbe promesso all’ufficiale di concludere un contratto di fornitura tra la multinazionale SpaceX e Olidata, nonché un ulteriore contratto di partnership tra Olidata e Vipa Impianti srl, una società partecipata occultamente dal miliare.
Ma le mire per l’affermazione di Starlink non si fermano alla Difesa. Lo scorso 29 agosto, Masala anticipa a Stroppa che gli sta inviando un documento da parte del ministero degli Esteri, con «i loro dubbi e le domande che vogliono fare», e poi si raccomanda: «Andrea, è importante, che non circoli, perché è un documento del Ministero... quindi io ti mando un documento che è veramente riservato, interno; ti chiedo di pulirlo, io non ho modo di pulirlo». L’advisor di SpaceX lo tranquillizza: «No, è solo interno per noi, per capire».
LA TEORIA DEL POLLO
A un certo punto nelle intercettazioni si parla di un «appalto della Giustizia da 12 milioni». «Non so se su Giustizia abbiamo creato i presupposti - spiega Rossi all’ad di Dimira srl, società del gruppo dell’imprenditore in carcere per corruzione - Ci sono equilibri... ci stanno partnership... Non fate ca..e perché sennò vi asfalto! Prima di vedere il pollo da mangiare bisogna coltivarlo il pollo, non è che arriva già bello e cotto sul tavolo. Chiaro? Non mi disturbate su questa cosa sennò vi caccio. Me la faccio come Italware (altra sua società, ndr) e festa finita, eh!».
E a proposito di equilibri, a un certo punto Rossi riferisce a Francesco Tartaglia (della VMware spa) di aver saputo che al ministero dell’Interno hanno cambiato tutti, «il che vuol dire che il signor Olidata mo sta con una mano davanti e una dietro». Poi aggiunge: «Cambia pure il Marinaio!», facendo riferimento probabilmente a Masala. Al che Tartaglia (non indagato) risponde: «Ma il Marinaio secondo me ricompare, perché ricompare ovunque. Il Marinaio è un sempreverde».