Trump-Putin, il mistero della telefonata: la (sottile) minaccia del tycoon a Mosca e la smentita fredda del Cremlino

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«Non c'è stata alcuna conversazione, è pura fiction». Il Cremlino, per voce del suo portavoce Dmitry Peskov, ha liquidato così la notizia lanciata ieri sera dal Washington Post su una presunta telefonata di Trump a Putin. Secondo il quotidiano americano giovedì scorso il tycoon, dalla sua residenza in Florida, avrebbe alzato la cornetta e chiamato il presidente russo per un primo contatto in vista del suo ritorno ufficiale alla Casa Bianca. Allo stesso modo Kiev ha negato di essere stata informata in anticipo della conversazione tra i due ma ha ammesso che «non avrebbe potuto approvare o opporsi». Anche da Washington al momento non sono arrivate conferme. 

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Il mistero della telefonata Trump-Putin

Se la telefonata sia avvenuta o meno resta un mistero. Quella di Mosca potrebbe essere anche una smentita di rito, anche per i temi emersi dal colloquio. Averla fatta trapelare potrebbe invece essere una mossa dello staff del presidente eletto di mostrare le sue prime iniziative nella ricerca della pace. Secondo le indiscrezioni raccolte dal Washington Post Trump avrebbe esortato Putin a porre un freno all'escalation in Ucraina. E la risposta di oggi sembra un chiaro segnale di come l'avvertimento non sia stato affatto recepito. La Russia ha infatti alzato in volo i suoi caccia e i suoi droni portando avanti un pesante raid che ha messo in allerta tutta l'Ucraina. Non solo, nel Kursk la controffensiva sembra pronta con oltre 50mila soldati (tra russi e nordcoreani) pronti ad attaccare le forze di Kiev. Una sorta di battaglia finale prima di mettersi realmente al tavolo col prossimo presidente americano. Già, perché gli argomenti di una possibile tregua proposti da Trump si baserebbero su una sostanziale fotografia dei territori fin qui conquistati da Putin, congelando lo stato delle cose e lavorando su un'area smilitarizzata al confine. Utopia? Forse. Ma il piano del tycoon sarebbe quello di mantenera la promessa lanciata nel giorno della sua vittoria: «Fermerò le guerre». 

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La (sottile) minaccia di Trump

E per farlo sarebbe disposto a tutto, anche a costo di aumentare le pressioni sulla Russia. Non è infatti passata inosservata la sottile minaccia che Trump avrebbe lanciato nella telefonata a Putin. Consigliando allo «zar» di non intensificare la guerra in Ucraina gli ha ricordato la consistente presenza militare di Washington in Europa. Un po' come a dire: «Fermati, perché noi siamo presenti con tutta la nostra potenza di fuoco». Il tycoon mostra i muscoli, quindi, in un'opera di deterrenza del conflitto che per ora non sembra aver frenato la brutale offensiva russa, anzi. La Russia - ha aggiunto ancora questa mattina Peskov - continuerà la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina «fino a che tutti gli obiettivi stabiliti saranno raggiunti». Trump rischia quindi di trovarsi di fronte a una missione più dura rispetto a quanto sperato, o immaginato. Il primo approccio tra i due, se realmente avvenuto, non sembra aver aperto a nuovi orizzonti di pace. 

Gli scenari

Mosca, inoltre, inizialmente ha reagito con freddezza alla vittoria del tycoon. Peskov ai giornalisti aveva detto che Putin non aveva intenzione di chiamare il presidente eletto di «un Paese ostile, direttamente e indirettamente coinvolto in una guerra contro il nostro Stato». Ma giovedì scorso lo «zar» si è pubblicamente congratulato con Trump per la vittoria, lodando la sua «risposta virile» al tentato assassinio in Pennsylvania e dicendosi «pronto» a parlare con lui. Tuttavia la strategia del Cremlino resta quella di non arretrare di un millimetro, probabilmente per mantenere una posizione di forza in vista di un eventuale tavolo di trattative per un cessate il fuoco. Da Mosca trapela anche la volontà di liberarsi della figura di Zelensky. Secondo il servizio di intelligence estera russo (Svr), in una dichiarazione vista dalla Tass, il dipartimento di Stato americano starebbe lavorando «per rimuovere l'arrogante Volodymyr Zelensky, se necessario, con la possibilità di indire elezioni presidenziali e parlamentari in Ucraina in mezzo alle continue ostilità con la Russia l'anno prossimo». Una notizia da prendere con le pinze, vista la provenienza. Più probabile un messaggio diretto a Trump che potrebbe leggersi così: «Vuoi frenare l'escalation? Ok, ma alle nostre condizioni».

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