Un team di medici dell’ospedale di Camposampiero, in provincia di Padova, ha dovuto affrontare un raro caso di loiasi, una patologia parassitaria causata dal verme Loa Loa, solitamente presente nelle foreste pluviali dell’Africa occidentale e centrale. Protagonista di questo eccezionale episodio è un uomo di origine camerunese, che si è rivolto ai medici presentando fastidi insoliti e preoccupanti a un occhio.
La scoperta e l'intervento
L’uomo soffriva di iperemia congiuntivale, una condizione che provoca l’arrossamento dell’occhio, insieme a una fastidiosa sensazione di avere qualcosa che si muoveva sotto la palpebra. A questi sintomi si aggiungevano prurito intenso, lacrimazione e gonfiori localizzati alle caviglie e ai polsi, segni che inizialmente hanno fatto sospettare un’infezione comune. Tuttavia, il quadro clinico complesso ha spinto i medici del pronto soccorso e del reparto di Oculistica dell’ospedale a indagare più a fondo, portandoli infine alla diagnosi sorprendente: loiasi, causata dal verme parassita Loa Loa.
La loiasi è un’infezione endemica in alcune aree dell’Africa, dove viene trasmessa all’uomo attraverso la puntura di tafani, insetti ematofagi simili ai mosconi. Il parassita, un verme cilindrico e filiforme, è in grado di migrare all’interno del corpo umano, provocando sintomi cutanei e a livello oculare.
Dopo la diagnosi, il paziente è stato sottoposto a un intervento chirurgico di precisione, durante il quale il verme è stato localizzato all’interno dell’occhio. Il team medico, composto da esperti del pronto soccorso, dell’Oculistica e supportato dall’Uoc Laboratorio Analisi dell’Ulss 6 Euganea, ha proceduto alla rimozione del parassita. Con una tecnica meticolosa, il verme è stato “addormentato” e catturato prima di essere estratto, evitando complicazioni per il paziente. L’intervento ha permesso di eliminare la fonte dei sintomi, offrendo un sollievo immediato.
Un caso rarissimo e sorprendente
Le indagini successive, condotte dal team del Laboratorio Analisi diretto dalla dottoressa Anna Maria Leo, hanno confermato che il parassita apparteneva effettivamente alla famiglia Loa Loa. L’analisi del sangue ha rivelato la presenza di microfilarie, vermi femmina adulti, nel sangue periferico del paziente. Analisi che, oltre a confermare la diagnosi di, hanno anche messo in evidenza un dettaglio sorprendente: l’uomo non aveva fatto ritorno in Africa da ben nove anni, rendendo il suo caso di infezione il più longevo mai registrato in Europa.
Il caso clinico ha attirato l’attenzione a livello nazionale e ha valso all’azienda sanitaria Ulss 6 Euganea il primo premio nella categoria “poster” durante il 56° Congresso Nazionale della SIBioC (Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica).