Calci, schiaffi, coltelli, persino pallini sparati da pistole giocattolo. Le scuole italiane sono sempre più teatro di episodi di violenza, diretti non solo tra studenti, ma anche contro docenti e dirigenti scolastici. Le ragioni? Spesso futili, come un voto troppo basso o una nota sul registro. Con il Decreto Caivano, che ha inasprito le pene per chi aggredisce i lavoratori della scuola, qualcosa è mutato ma l’episodio di Castellammare di Stabia ci mette sull’allerta: a quanto pare non basta e la presenza delle forze dell’ordine fuori le scuole in alcune aree a rischio è chiesta da chi vive minacce e vessazioni ogni giorno.
Una proposta da sempre divisiva, con sindacati che si oppongono a misure troppo repressive, mentre l’Associazione Nazionale Presidi si espresse a favore dopo il caso di febbraio scorso a Varese, quando una prof fu accoltellata da un alunno 17enne nell'atrio della scuola. Il fenomeno delle aggressioni sul personale scolastico è più vasto di quello che si pensa: il capo della Polizia, Vittorio Pisani, dichiarò nei mesi scorsi che in un anno «all’interno delle scuole medie superiori ci sono stati 133 casi di aggressione fisica denunciati, con gli insegnanti che sono andati in ospedale a farsi refertare.
Questi 133 casi non rappresentano solo il numero totale, possiamo solo immaginare gli altri casi di aggressione che i docenti non hanno ritenuto di denunciare o non sono andati in ospedale a farsi refertare. Ben 70 di questi episodi sono stati commessi da studenti, ma è ancora più grave che l’altro numero dei casi sia stato commesso da genitori». Da allora, non ci sono stati ulteriori aggiornamenti ufficiali ma a confermarci che la situazione è allarmante sono le notizie di cronaca. Un fenomeno che sembra non arrestarsi e che preoccupa sempre di più chi lavora nel sistema educativo.
Un fenomeno nazionale
La violenza non è confinata al Sud. A metà ottobre, un grave episodio in un istituto di Abbiategrasso, nella periferia di Milano: la vittima è un insegnante di Storia dell’Arte di 48 anni, aggredito fisicamente da uno dei suoi alunni, al punto da fratturargli il setto nasale, alla richiesta di spegnere la musica che aveva acceso sul telefonino. «Siamo intervenuti con la riforma della condotta per ridare valore al comportamento degli studenti e ripristinare il principio della responsabilità individuale. Continueremo a lavorare con il massimo impegno per mettere in campo tutti gli strumenti necessari a prevenire e contrastare ogni forma di violenza, a tutela dell’incolumità e del benessere di docenti e studenti» ha promesso il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
Uno degli episodi più gravi è avvenuto, sempre in un istituto di Abbiategrasso, nel maggio dello scorso anno scolastico, dove una professoressa fu pugnalata al braccio da uno studente 16enne. Pochi giorni fa, a Pordenone uno studente di 12 anni ha tentato di strangolare un coetaneo; a Piacenza, invece, uno studente ha sferrato una testata in pieno volto a un compagno di classe, provocandogli la frattura del setto nasale; a Bologna, un gruppo di sette liceali 15enni ha preso di mira un loro coetaneo pestandolo a sangue fuori scuola; a Pomezia, invece, una 12enne ha accoltellato un compagno di classe, accusandolo di aver fatto la spia all’insegnante per un presunto compito copiato. Qualche mese fa ci sono stati ben due presidi in Puglia presi a botte da genitori.
Campania fronte caldo
Negli ultimi mesi, diversi episodi di violenza hanno colpito la Campania. A fine ottobre, un diciassettenne ex studente di un istituto alberghiero di Castel Volturno, in provincia di Caserta, è stato denunciato per aver aggredito fisicamente la preside della scuola. Il giovane si è presentato nell’istituto per chiedere di essere riammesso alle lezioni, dopo averle interrotte l’anno precedente; la preside gli ha però comunicato che non era possibile, e nel tentativo di trovare una soluzione alternativa, il giovane l’ha colpita con un pugno alla tempia. Mesi fa, a Marigliano, una docente è stata colpita al petto da un pugno di uno studente dopo un rimprovero. A Vallo della Lucania, un quindicenne ha sparato pallini contro una professoressa. Due dirigenti di scuole dell’infanzia e un asilo nido di Chiaiano, quartiere di Napoli, sono state aggredite da mamme per futili motivi. Nel marzo dello scorso anno, infine, il grave episodio del liceo artistico Plinio Seniore di Castellammare, dove la mamma di un'alunna aggredì e insultò la docente di inglese accusata di aver dato un voto troppo basso alla figlia.