Beppe Grillo non avrebbe presa alla leggera la decisione annunciata ieri dal leader del partito, Giuseppe Conte, di rinnovargli il contratto di consulenza per la comunicazione da 300mila euro.
Perché l'ex premier lo ha fatto? In quanto «responsabile di una controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale», ha fatto sapere Conte.
Conte "licenza" Grillo, gli scenari
I nervi sono tesissimi: ad aver indignato Grillo non è stato tanto il contenuto dell'annuncio, quanto il mezzo usato.
L'avvocato e leader del Movimento ha infatti reso pubblica la decisione attraverso il nuovo libro di Bruno Vespa "Hitler e Mussolini – L’idillio fatale che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa)" in uscita il 30 ottobre, edito Mondadori. «Strano che il presidente abbia comunicato la sua decisione a Vespa e non al diretto interessato» sottolinea in un'intervista alla Stampa Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, e cofondatore del partito.
La reazione di Grillo
Il Garante non l'avrebbe affatto digerita. Chi lo ha incontrato di recente ha anticipato che «ci saranno reazioni», e che quelle legali «saranno il minimo». Secondo chi gli è vicino, l'atmosfera è carica di rabbia e amarezza. Grillo stesso avrebbe ammesso un rimpianto: «Avrei dovuto lasciarlo al banchetto» avrebbe detto ai suoi amici. Il riferimento, secondo il Corriere della Sera, è alla conferenza stampa tenuta dietro a un tavolino in piazza Colonna a Roma, il giorno dopo la caduta del Conte 2 (il 2 febbraio 2021), che lasciò l'avvocato del popolo senza governo e senza una casa politica. «Gliela farò pagare», avrebbe sussurrato Grillo. Ma il problema è il come. Perché Conte ha eliminato dal Movimento 5 Stelle tutti i fedelissimi alla vecchia guarda.
L'intervista a Casaleggio
Ma la polemica si estende anche alla base del Movimento: «Il rapporto tra Grillo e Conte è irreversibile? Per me non è compatibile con la storia del Movimento 5 Stelle, della partecipazione. Si vede adesso: c'è una finta partecipazione, con degli iscritti che non si sa chi siano, Conte ha estratto queste persone, ma non si sa come», osserva Casaleggio in riferimento al fatto che non sono mai stati chiariti i criteri utilizzati nell'processo costituente del partito. Sempre sulla costituente (questa fase di rivoluzione del movimento promessa dal leader M5s) il figlio del cofondatore ha espresso un netto scetticismo: «Se continuano così, rimarrà un solo elettore», dichiara Casaleggio, lanciando poi una sorta di appello. «Il Movimento oggi ha bisogno di una profonda ristrutturazione. Era fondato sulla partecipazione, ma ora è diventato altro. Credo che dovrebbe persino cambiare nome».