«L’ho visto da lontano, sotto ai portici di fronte a piazza dei Cinquecento, aveva il mio zaino in spalla, stava parlando con un uomo, poi l’ha poggiato in terra a fianco di alcune persone che dormivano e si è allontanato. È stata una frazione di secondi, mi sono detta o lo vado a prendere adesso oppure non lo faccio più». Così mercoledì sera, Elena Pantaleo, campionessa 28enne di kickboxing, dopo esser rimasta vittima di un furto nella zona della stazione Termini è riuscita, da sola, a riprendere ciò che le era stato sottratto. E da quest’esperienza ha tratto due conclusioni. La prima diventa anche consiglio per tante altre giovani donne: «Impegnatevi, allenatevi, praticate uno sport perché questo - dice - aiuta a gestire l’insicurezza, sia essa reale o soltanto percepita. Io con la disciplina che pratico da anni sono una donna libera, che non ha timore di viaggiare e che è riuscita a intervenire da sola in una situazione particolare, diciamo così». La seconda, attiene più la riflessione su quello che poi di fatto è l’area della stazione Termini. I controlli ci sono e sono stati anche rafforzati ma la campionessa, membro del consiglio nazionale del Coni con all’attivo cinque titoli europei e tre mondiali, solo sei mesi fa è rimasta vittima di un altro furto, consumatosi stavolta proprio dentro al principale scalo ferroviario romano. «Ero seduta in un locale, stavo parlando al telefono e la mia borsa era accanto a me sulla sedia. È scomparsa in pochissimi secondi, ecco nella mia vita viaggiando molto e visitando 47 Paesi, sono stata derubata solo a Termini». C’è dunque un problema che non è solo legato alla percezione dell’ennesima vittima di un furto.
LA DINAMICA
Ma partiamo da questo, per raccontare quanto accaduto solo poche sere fa. «Ero andata al cinema di piazza della Repubblica per la proiezione di un’anteprima. All’uscita stavo parlando con alcuni degli attori del cast. Avevo con me lo zaino con il quale ero arrivata da Palermo, dentro c’erano vestiti ma anche documenti e computer. L’avevo appoggiato a circa due metri da me quando è sparito». Fortunatamente, e memore di quanto accaduto sei mesi prima, la Pantaleo aveva inserito nello zaino i cosiddetti “airtag”, i dispositivi che collegati al cellulare permettono di individuare e seguire i movimenti di una borsa o di un zaino. «Quando mi sono accorta che la borsa era scomparsa - prosegue la Pantaleo - ho subito iniziato a vedere dove si trovasse». E in effetti sul cellulare la campionessa ha potuto vedere che lo zaino si stava spostando prima verso via del Viminale e poi verso via Torino. A quel punto ha iniziato a seguirlo da sola. «Sono così arrivata a Termini e da via Giolitti mi sono diretta sotto ai portici perché lì mi localizzava lo zaino e l’ho visto. Quando l’uomo che lo aveva in spalla l’ha lasciato ho deciso di intervenire e poi sono fuggita via senza essere inseguita». Al suo interno la campionessa ritroverà tutto «molto probabilmente, ma questa è l’idea che mi sono fatta, non ha avuto il tempo di controllare e magari “dividere” poi con altre persone il contenuto». Incredula ha poi raccontato la sua disavventura sui social «Termini è l’unico posto dove in vita mia sono stata derubata, pur essendo abituata a viaggiare tantissimo. Questa volta, diversamente da sei mesi fa, sono riuscita a riprendere lo zaino, nessuno mi ha inseguito ma se fosse accaduto, sarei stata capace di rispondere e questo anche per lo sport che pratico».
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