Elezioni Usa, l'impatto dei miliardari nella sfida tra Trump e Harris: da Musk a Gates fino a Spielberg, anche i Paperoni in campo

4 settimane fa 11

Per capire quanto queste elezioni americane siano ritenute importanti e quasi epocali all’interno degli Stati Uniti, basta controllare il numero di personalità dello spettacolo e miliardari che stanno in queste ultime settimane facendo campagna per uno e per l’altro candidato. Concentrandosi sui miliardari, Donald Trump ne conta poco più di 50, con in prima fila l’uomo più ricco al mondo, Elon Musk, che con un patrimonio di quasi 250 miliardi ha donato 75 milioni di dollari e sta partecipando ai comizi e alle attività online del candidato repubblicano. Kamala Harris ne ha oltre 80 e la notizia totalmente inaspettata della donazione da 50 milioni di dollari di Bill Gates alla sua campagna è un’importante aggiunta per i democratici.

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DUBBI E CONTRASTI

«Queste sono elezioni diverse», ha detto al New York Times il fondatore di Microsoft, che con oltre 150 miliardi è il quinto uomo più ricco al mondo. È infatti la prima volta che Gates decide di prendere una posizione netta: in passato ha sostenuto decine di campagne progressiste e filantropiche in tutto il mondo ma, per scelta consapevole, sulla politica americana è sempre stato a guardare. Poi, in una telefonata privata con alcuni amici, Gates ha detto di essere molto preoccupato per una seconda presidenza Trump: in particolare la sua non-profit, la Bill & Melinda Gates Foundation, teme che il ritorno dell’ex presidente alla Casa Bianca possa portare a enormi tagli ai finanziamenti per la difesa del diritto all’aborto e a quelli sulla salute attualmente sostenuti da Washington in tutto il mondo. E infatti questo scontro politico tra miliardari mostra molto bene come a combattere siano due visioni di America molto diverse.

Quella di Musk è libertaria, vuole poche regole, è ossessionata dalla libertà di parola, dalla possibilità di possedere armi e dalle verità alternative che molto spesso diventano disinformazione.

Quella di Gates invece è l’America che si batte per i diritti delle minoranze, per la difesa degli ultimi e delle diversità, nonostante fioccano critiche sul fatto che questo atteggiamento dei democratici sia lontano dal popolo e totalmente elitario. Ovviamente Gates, nel giustificare la sua donazione, ha mantenuto un atteggiamento bipartisan, affermando di non volersi schierare e di aver scelto di aiutare Kamala per «le sue politiche sulla salute, sulla riduzione della povertà e sui cambiamenti climatici».

I GRANDI NOMI

Insieme a lui, per i democratici ci sono Mike Bloomberg, ex sindaco di New York, ex repubblicano, da anni vicino alle posizioni democratiche, soprattutto su clima e trasporti. E ancora l’imprenditore Mark Cuban, patrimonio di 5,7 miliardi, che da qualche settimana sta facendo campagna per Harris, in particolare criticando la scelta di Trump di imporre dazi sulle merci cinesi e straniere. «Non comprende come funzionano, potrebbero mettere fuori gioco molte piccole imprese», ha detto a un comizio con Kamala in Wisconsin.

Harris ha dalla sua parte anche la vedova di Steve Jobs, Laurene Powell Jobs, 15,4 miliardi di dollari, con la quale ha un'amicizia decennale e un sostegno molto importante all’interno della Silicon Valley. Ci sono poi il fondatore di Google Eric Schmidt, il regista e produttore Steven Spielberg, il filantropo George Soros. La squadra di Trump invece è capitanata da Musk, che sta dedicando buona parte della sua giornata alla campagna repubblicana: pubblica decine di notizie spesso non verificate su Twitter per sostenere Trump o attaccare i suoi avversari, ha affermato che «aggiusterà il governo» se vincerà Trump e infine ha offerto un milione per spingere gli elettori a votare, cosa che ha portato il dipartimento di Giustizia a richiamarlo, affermando che sia una operazione non legale. A differenza di Gates, che ha interessi legati alla sua non profit, Musk ha invece enormi contratti con diverse agenzie federali, sia con Tesla che con SpaceX e per questo è così interessato a una vittoria di Trump. Tra gli altri miliardari di spicco l’ex presidente ha l’investitore Bill Ackman, 9,1 miliardi di dollari, che ha avvertito su come una presidenza Harris sarebbe deleteria per gli Stati Uniti e sul fatto che solo Trump sia in grado di riportare gli Usa a crescere. Trump è sostenuto anche da Miriam Adelson, vedova di uno dei magnati dei casinò di Las Vegas, ma anche dai fratelli Winklevoss, famosi per aver accusato Mark Zuckerberg di avergli rubato l’idea per creare Facebook, e investitori nel settore delle criptovalute.

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