Elezioni Usa, perché il Wisconsin rischia di essere decisivo: grandi elettori e precedenti (sempre in bilico). La sfida fra Trump e Kamala

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Il voto dei cittadini del Wisconsin oscilla da anni tra democratici e repubblicani. Nel 2016, Donald Trump ha sorpreso molti vincendo nello Stato con uno scarto dello 0,7%. Nel 2020 Joe Biden ha strappato ai repubblicani l'appoggio dello stesso Paese, prevalendo con una differenza che ammonta solo al 0,6%, pari a circa 20.000 voti. Vediamo perché, alla vigilia delle elezioni presidenziali, assicurarsi il voto di uno degli Swing States più importanti d'America diventa fondamentale.

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Swing States 

Il sistema elettorale americano prevede un'elezione indiretta: la vittoria non si basa sul numero totale di voti ottenuti a livello nazionale, ma sul conteggio dei “grandi elettori”, delegati assegnati dai singoli Stati e incaricati di esprimere formalmente il voto per il presidente. E' in questo contesto che alcuni alcuni dei Paesi federai diventano Stati chiave nelle elezioni, i cosiddetti Swing States. Ogni Stato ha un peso diverso in termini di grandi elettori. Per vincere la Casa Bianca, un candidato deve raggiungere 270 grandi elettori, cioè la maggioranza dei 538 totali, che comprendono i 100 senatori, i 435 rappresentanti della Camera e 3 delegati assegnati a Washington D.C. I singoli Stati, però, non hanno lo stesso peso in termini elettorali: il Nevada assegna sei grandi elettori, e il Montana solo quattro, il Wisconsin, invece, ben dieci

Oggi lo Stato è spaccato tra le aree rurali, solidamente repubblicane, e le zone urbane, storicamente più vicine ai democratici. Con i suoi dieci grandi elettori, è un tassello fondamentale del cosiddetto "muro blu", quel blocco di 18 stati che ha sostenuto i candidati democratici alla presidenza dal 1992 al 2012, insieme a Michigan e Pennsylvania.

Tuttavia, la vittoria di Donald Trump nel 2016 ha interrotto questa tradizione, trasformando il Wisconsin in uno stato contendibile. Nel 2020, il presidente Joe Biden è riuscito a riportarlo in campo democratico, vincendo per un margine molto ristretto.

Wisconsin 

 Donald Trump dopo l’attentato in Pennsylvania, 13 Luglio 2024 

Negli ultimi giorni il terreno della battaglia tra Donald Trump e la vicepresidente Kamala Harris, è stato proprio il Wisconsin, uno dei tre grandi stati del Midwest, insieme al Michigan e alla Pennsylvania, che hanno regalato la vittoria a Joe Biden nel 2020. I sondaggi mostrano un testa a testa tra i candidati. Secondo il tracker di FiveThirtyEight, Harris ha un vantaggio di soli 0,2 punti percentuali, mentre RealClearPolitics indica una situazione analoga per Trump. Entrambi i candidati e i loro sostenitori hanno intensificato le campagne elettorali nello Stato. Il politico repubblicano ha visitato lo stato ben quattro volte in otto giorni all’inizio di questo mese, mentre Harris ha recentemente tenuto un evento a Brookfield con l’ex rappresentante repubblicana Liz Cheney. Anche l'ex presidente Barack Obama ha partecipato alla campagna per Harris, unendosi al governatore del Minnesota, Tim Walz. La storia recente del Wisconsin conferma l'ambiguità politica della popolazione. Nel 2008, i cittadini hanno votato per il democratico Barack Obama, mentre nel 2010 hanno eletto il repubblicano Scott Walker come governatore e Ron Johnson come senatore. Nel 2012 hanno sostenuto ancora Obama e contemporaneamente la democratica Tammy Baldwin al Senato. Nel 2014, Walker è stato rieletto governatore e, nel 2016, il Wisconsin ha scelto il repubblicano Trump. Un andamento altalenante che ha fatto guadagnare al Paese l'entrata ufficiale nel gruppo degli Swing States, gli stati in bilico. Quest'anno, dopo quasi tre settimane di assenza, l'ex presidente ha annunciato il suo ritorno nel Badger State, pianificando un evento al Resch Center di Ashwaubenon, vicino a Green Bay, mercoledì sera, a quattordici giorni dalle elezioni del 5 novembre. 

Strategie politiche 

Per i democratici la vittoria di Trump nel 2016 è un risultato che è costato l’elezione a Hillary Clinton, la politica ha sottovalutato il ruolo decisivo dello Stato durante la sua campagna non visitandolo affatto. Joe Biden ha poi strappato ai repubblicani l'appoggio dello stesso Paese nel 2020, prevalendo con una differenza dello 0,63%, pari a circa 20.000 voti. Questa volta, imparando dagli errori degli ex candidati, né Trump né Harris intendono trascurare il Wisconsin. I repubblicani hanno tenuto la loro convention nazionale a Milwaukee, dove Trump, trionfante, è stato accolto come un eroe dopo essere sopravvissuto a un colpo di arma da fuoco appena pochi giorni prima. Harris, invece, aveva già compiuto numerosi viaggi nello Stato, precipitandosi nel Midwest solo due giorni dopo la nomina di Biden a candidato. Giovedì scorso, ha partecipato a eventi in tre diverse città della stessa zona, compreso un comizio all'Università del Wisconsin-Milwaukee e una grande manifestazione in un centro espositivo, dove ha attirato oltre 4.000 persone, lo stesso luogo dove Trump arriverà la prossima settimana a difendere la sua posizione in classifica. La strategia della vicepresidente si basa su una presenza costante e attiva, mentre il suo avversario continua a fare appello all'elettorato con eventi mirati. L'obiettivo di entrambi resta guadagnare la fiducia dei cittadini degli Swing States e, soprattutto, del tanto desiderato Wisconsin. La strategia finale è ammaliare l'opinione pubblica e rompere l'equilibrio facendo pendere l'ago della bilancia a favore del proprio partito.  

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