L’impatto dell’elettrificazione del settore dell’auto in Europa sarà peggiore per i tre grandi paesi produttori, Italia, Germania e Francia, nei prossimi cinque anni se verranno imposti dei dazi all’ingresso delle auto cinesi. E’ la valutazione che fa il Fondo monetario nel rapporto di previsione sull’economia europea presentato oggi dal Direttore del Dipartimento europeo, Alfred Kammer. Gli economisti del Fondo assumono un aumento della quota di auto elettriche cinesi di 15 punti percentuali nei prossimi cinque anni. E’ uno scenario, scrive il Fondo, che ricorda quello che accadde negli Stati Uniti negli anni Settanta con i produttori giapponesi anche se, nel caso dell’Europa, il percorso è più rapido.
Il risultato? Lo shock da auto elettrica "è piccolo se si considera l'Europa nel suo complesso ma è molto eterogeneo tra paesi". Nel caso dei tre 'big' dell'auto, appunto si registrerebbe una perdita di produzione, cumulata, pari allo 0,15% del Pil dopo cinque anni. Nell’eventualità di un’introduzione di dazi si otterrebbero, tuttavia, “risultati peggiori sul Pil”. Le economie europee con grandi settori manifatturieri automobilistici perdono a causa dei maggiori costi di produzione. Nella regione combinata di Germania, Francia e Italia, le perdite di Pil per cinque anni sono dello 0,15% senza dazi, dello 0,18% con dazi aggiuntivi del 25% e dello 0,46% con dazi aggiuntivi del 100%.