Linda Napolitano, il presunto rapimento alieno della casalinga: teorie, incongruenze e la causa a Netflix per il documentario sul caso

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Il caso di rapimento alieno di Linda Napolitano, una casalinga newyorkese di origine italiana, è davvero singolare. L'episodio, che sarebbe avvenuto nel 1989, avrebbe coinvolto un UFO che l’avrebbe prelevata dalla sua camera da letto tramite un raggio luminoso. Mentre molti degli avvistamenti di presunti incontri extraterrestri e riferiti al pubblico provengono da luoghi isolati, la donna sarebbe stata rapita nel cuore di Manhattan.

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The Manhattan Alien Abduction

Sostenuta dall’ufologo Budd Hopkins, Napolitano ha dichiarato che ben 23 testimoni avevano osservato la scena, inclusi familiari e vicini, alcuni dei quali affermavano di averla vista levitare sopra il ponte di Brooklyn. La vicenda ha dato il via a numerose controversie, culminate oggi in una causa che Napolitano, ora 77enne, ha intentato contro Netflix per il recente documentario The Manhattan Alien Abduction, che solleva dubbi sul "rapimento del secolo". La vittima sostiene che le sia stato promesso che l’ex moglie di Hopkins, Carol Rainey, apparisse solo brevemente, ma Rainey è invece una presenza costante nel documentario, di fatto una co-protagonista. Rainey, ex moglie e critica del lavoro di Hopkins, mette in discussione il rigore della metodologia dell’ex marito e si chiede se fosse coinvolto in una potenziale “frode”.

Il documentario, più che una ricostruzione dell’episodio di 35 anni fa, fornisce una prospettiva diversa sul contesto, offrendo il punto di vista di Rainey, che critica apertamente l'approccio poco oggettivo del marito, nonostante il loro passato. Nel documentario, Rainey afferma: “Amavo Budd e credevo nella sua integrità, ma se questa storia fosse una montatura, dovevo scoprire se mio marito ne fosse complice”. Hopkins e Napolitano raccontarono inoltre che, l’anno successivo, Napolitano aveva subito molestie da due uomini, Dan e Richard, che avrebbero assistito al rapimento in compagnia dell'allora Segretario generale delle Nazioni Unite, Javier Pérez de Cuéllar. Hopkins non incontrò mai personalmente questi uomini, ma ritenne credibili le lettere a lui recapitate, che riportavano i loro nomi e quello del diplomatico. Dan, infatuato della stessa Napolitano, finì per essere ricoverato in un ospedale psichiatrico, e si diceva che un nodulo nel naso della donna potesse essere un impianto alieno, anche se l'oggetto scomparve misteriosamente prima di una possibile rimozione chirurgica.

Pablo Vergel, sociologo e collaboratore del programma televisivo spagnolo Cuarto Milenio, racconta di aver tentato in passato di contattare Napolitano per partecipare a un reportage: “È un caso problematico, divenuto famoso grazie ai suoi incredibili colpi di scena, simili a una vera soap opera. Iconicamente, l’immagine di un UFO che solleva qualcuno da un appartamento e lo trasporta sullo skyline di Manhattan è molto potente.” Vergel ha anche ripubblicato in Spagna Intruders (1987), uno dei libri chiave di Hopkins sul fenomeno dei rapimenti. Hopkins appartiene a una “triade di pionieri” degli studi sui rapimenti alieni, insieme a Whitley Strieber e John E. Mack, che resero questo fenomeno popolare negli Stati Uniti. Tuttavia, il suo approccio si è spesso dimostrato controverso. “Hopkins abusava dell'ipnosi senza seguire controlli metodologici, aprendo la porta a suggestioni e, in alcuni casi, impiantando ricordi nei soggetti”, afferma Vergel.

Questo tipo di trattamento fu utilizzato anche con Napolitano, che partecipò alla sua narrazione più come una devota convinta della veridicità del fenomeno che come una ricercatrice.

Il parapsicologo George P. Hansen e altri colleghi pubblicarono nel 1993 uno studio che criticava la metodologia di Hopkins, sollevando perplessità sui presunti testimoni del caso e sull’effettiva indipendenza delle loro testimonianze. Hansen trovò parallelismi tra la storia di Napolitano e il romanzo fantascientifico Nighteyes (1989) di Garfield Reeves-Stevens, e mise in discussione la promessa di Hopkins a Napolitano di darle parte dei profitti della pubblicazione.

Nel documentario, Robbins, ex collaboratore di Hopkins, accusa la ex moglie di motivazioni religiose che l’avrebbero portata a respingere l’ipotesi extraterrestre. Rainey, però, sostiene che la sua esperienza con Hopkins le ricordava il radicalismo della sua educazione cristiana, criticando il dogmatismo dell’ex marito: “Non potevo accettare ciò che stava facendo a persone molto vulnerabili”, riferendosi ai soggetti delle sue sedute di ipnosi. Linda Napolitano, che ha descritto Rainey come “risentita e alcolizzata” nella causa, ritiene che il documentario mini la sua reputazione. Tuttavia, The Manhattan Alien Abduction consente agli spettatori di riflettere sui temi della fede e dell’ossessione, mostrando come, tra appassionati e studiosi del fenomeno UFO, esistano differenze marcate tra chi cerca risposte e chi vuole solo confermare le proprie convinzioni. Altri documentari sullo stesso caso, come The Alien Abduction of the Century (2022), suggeriscono invece l’idea che alieni rapiscano gli umani per appropriarsi dei loro ricordi e aspirare all’immortalità.

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