Il bilancio dopo due anni che le permette di sentirsi «in pace con la coscienza». E poi il caso Spano-Giuli, la Manovra, i migranti in Albania. Giorgia Meloni interviene sui temi principali dell'attualità alla festa per gli 80 anni del Tempo intervistata dal direttore Tommaso Cerno. «Non ho parlato con Alessandro Giuli né quando ha lo nominato né quando si è dimesso Spano: leggo dalle agenzie che ci sarebbe un conflitto di interesse tra il capo di gabinetto e un'altra persona che risale al Maxxi, al tempo di Giovanna Melandri, nessuna è stata nominata da Alessandro Giuli, penso che si debba chiedere a chi c'era prima, non capisco perché esca adesso - ha detto Meloni - Se lavori con quelli di destra diventa tutto più complicato, ci sono due pesi e due misure, questo è tutto quello che ho capito di questa vicenda».
La mail del magistrato Patarnello
Poi sulla mail del magistrato Marco Patarnello: «Leggo di una Meloni complottista, non ho mai parlato di complotto ma c'è del menefreghismo rispetto al voto popolare, se il popolo non capisce andranno corrette le scelte del popolo».
I migranti
Inevitabile toccare il tema migranti. «Avevo messo in conto che ci sarebbero stati degli ostacoli ma li supererà: il protocollo Italia-Albania funzionerà - ha detto Meloni -.
Non consentirò che una soluzione che abbiamo individuato nel pieno rispetto del diritto italiano ed europeo venga smontato perché c'è una parte della politica che non è d'accordo. Sono determinata ad andare avanti perché ho preso un impegno con gli italiani. Le accuse di danno erariale da quelli dei banchi a rotelle, da quelli del Superbonus anche no».
La Manovra
Sulla Manovra: «Abbiamo introdotto 1000 euro per i nuovi nati e questo contributo lo abbiamo coperto togliendo la detrazione per i figli a carico dopo i trent'anni. La manovra si concentra su questa priorità: lavoro, salari, famiglia, sanità e lo fa senza aumentare le tasse perché questo è un fatto e lo fa mantenendo i conti in ordine. Abbiamo fatto una manovra da 30 miliardi per il 2025 e per il 2025 abbiamo da pagare 38 miliardi di euro di superbonus che ci è servito a ristrutturare meno del 4% di case degli italiani prevalentemente seconde case», con quelle risorse «avremmo potuto aumentare le pensioni minime di 20mila euro per ciascun pensionato minimo».