di Andrea Bassi
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Non ci sono soltanto gli aumenti di stipendio, le ferie e i permessi. Nel nuovo contratto degli statali, quello firmato mercoledì scorso, c’è quello che si potrebbe definire un “piano anti-fuga” dei neo assunti. Il problema è noto ed è emerso da tempo. Con la ripresa delle assunzioni nel pubblico impiego, e la semplificazione delle procedure di selezione, il numero dei partecipanti ai concorsi si è moltiplicato. Nei primi otto mesi dell’anno circa due milioni di candidati a un posto pubblico hanno risposto a bandi per assumere poco più di 200 mila dipendenti statali. La pubblica amministrazione, insomma, sembrerebbe aver ritrovato un suo appeal. Eppure c’è qualcosa che non funziona. Il risultato finale è che un gran numero di posti continua a rimanere vacante a causa del fenomeno delle “rinunce”. Anche il pubblico impiego si trova a dover fare i conti con le nuove dinamiche del mondo del lavoro.
Statali, meno vincoli a turnover polizia e comunali. Si studia modifica a blocco parziale assunzioni