Tesla vola ancora a Wall Street e raggiunge i 1.000 mld di capitalizzazione. Musk sempre più ?presidente ombra?

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Il titolo di Tesla ha raggiunto i mille miliardi di dollari di capitalizzazione, grazie al rally post-elettorale. Oggi, è in rialzo del 6,2%, dopo il +3% di ieri e il +14,75% di mercoledì, dopo la vittoria alle presidenziali di Donald Trump, il candidato sostenuto pubblicamente da Elon Musk, l'amministratore delegato di Tesla.

Con l'elezione di Donald Trump l'America ha anche innalzato Elon Musk, il più grande sostenitore del tycoon, ad uno status inedito: il cittadino più potente di sempre. L'uomo più ricco del mondo adesso siede anche all'apice del potere, dell'economia, del governo e del flusso globale dell'informazione, o disinformazione, e mentre The Donald ha a disposizione solo quattro anni il patron di Tesla, Space X e X ne ha molti di più per esercitare la sua influenza nei più svariati settori della vita degli Stati Uniti e del mondo. Parlando in streaming sulla sua piattaforma ai milioni di follower lo ha praticamente detto lui stesso annunciando che la campagna 2024 è stata solo l'inizio e America Pac, il gruppo politico pro-Trump che ha creato e finanziato con almeno 119 milioni di dollari di tasca sua, «continuerà dopo queste elezioni e si preparerà per quelle di medio termine e per qualsiasi elezione intermedia». D'altra parte Musk ha puntato grosso sul presidente eletto ed ora vuole riscuotere. Se è escluso un ruolo nel governo, troppo ufficiale per l'imprenditore eccentrico e visionario, è invece probabile che per lui sia creato un ruolo ad hoc, come accennato dal tycoon in campagna elettorale quando ha parlato di un Dipartimento per l'efficienza governativa che avrebbe l'obiettivo di tagliare 2 trilioni di dollari o più dal bilancio federale.

'Segretario al taglio dei costi', questo il probabile incarico per il patron di Tesla, confermato in un'intervista con il podcaster Joe Rogan quando ha auspicato di poter dare il suo contributo per «snellire» e perfino eliminare del tutto certe agenzie federali. Musk punta ad avere mano libera anche sulla deregulation, «ripulire le scrivanie da norme federali inutili» per dirla con le sue parole, di cui beneficerebbe direttamente. Ci sono, infatti, una serie di cause legali in sospeso e indagini governative contro il milionario e le sue società tra cui un appello per ripristinare il suo bonus da 50 miliardi di dollari in azioni Tesla annullato da un giudice del Delaware a gennaio, un'indagine sui sistemi di guida autonoma di Tesla da parte della National Highway Traffic Safety Administration e un avvertimento del Dipartimento di Giustizia sulla lotteria elettorale da un milione di dollari. Il 'presidente ombra' - che presidente vero e proprio non sarà mai perché nato a Pretoria e cittadino americano solo dal 2002 - ha già parlato di come la deregulation aiuterebbe le sue aziende con l'eliminazione ad esempio di una legge che richiedeva a SpaceX di ottenere un permesso per scaricare grandi quantità di acqua potenzialmente inquinata dalla sua piattaforma di lancio in Texas.

«Senza tutta questa burocrazia», ha sostenuto, «arriveremo prima su Marte». Anche Tesla, che rappresenta la maggior parte della ricchezza del milionario, potrebbe ottenere una spinta straordinaria da alcune delle proposte contenute nell'agenda economica di Trump che puntano ad attaccare le aziende concorrenti di veicoli elettrici. Non a caso, il giorno dopo le elezioni le azioni del colosso sono schizzate ai massimi dallo scorso luglio e Musk, tra i dieci Paperoini che hanno guadagnato dalla vittoria del tycoon, ha registrato il più grande incremento con un'aggiunta di 26,5 miliardi di dollari alla sua fortuna, che ora ammonta a 290 miliardi di dollari. 

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