Quando nel giugno 2022 la Corte Suprema degli Usa ha annullato la sentenza Roe contro Wade, che quasi 50 anni prima definiva l'aborto come un diritto, 167 milioni di donne hanno visto la loro vita in pericolo. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden commentò questo "tragico episodio" affermando che rendere illegale l'aborto significava «mettere a rischio la salute e la vita delle donne nel Paese». Oggi le ricerche effettuate dagli esperti dimostrano un netto aumento della mortalità infantile nei 18 mesi successivi all'annullamento della sentenza.
Aborto, la protesta in Belgio contro il Papa pro-life ha portato allo sbattezzo 524 fedeli
La ricerca
Lo studio ha rivelato che, nei 18 mesi successivi all'annullamento della sentenza da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti, più di una dozzina di stati hanno introdotto divieti quasi totali sull'aborto, portando a un aumento della mortalità infantile. Fino al 2022, il diritto all’aborto negli Stati Uniti era protetto a livello federale e si garantiva la possibilità di interrompere la gravidanza fino alla fine del primo trimestre. Lo studio, condotto dai ricercatori della Ohio State University e pubblicato su Jama Pediatrics, ha confrontato i dati sulla mortalità infantile prima e dopo l'abolizione di Roe. I risultati hanno mostrato un incremento del 7% nella mortalità infantile complessiva tra ottobre 2022, marzo 2023 e aprile 2023, con circa 247 decessi in più al mese rispetto alle aspettative. Nello stesso periodo, in sei dei diciotto mesi analizzati, la mortalità tra neonati con anomalie congenite è aumentata del 10%, con circa 210 decessi in più al mese.
I tassi di mortalità infantile non sono mai scesi al di sotto delle aspettative. Questo studio è l'ultimo di una serie di ricerche che esaminano l'impatto della revoca di Roe sulla salute dei bambini.
A giugno, un altro studio aveva stimato che, dopo l'introduzione del divieto di aborti in Texas, il numero di bambini morti nel loro primo anno di vita era aumentato del 13%. I ricercatori hanno notato anche un incremento dei decessi tra i neonati con anomalie congenite, che spesso possono essere identificate durante la gravidanza. Negli stati in cui l'aborto è ancora legale, molte donne scelgono di interrompere gravidanze in cui sono presenti anomalie incompatibili con la vita. Tuttavia, per le persone che vivono in stati con divieti, questa opzione potrebbe non essere più disponibile. Alison Gemmill, professoressa associata alla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health e autrice principale dello studio di giugno, ha dichiarato al The Guardian: «Ogni morte infantile è tragica, ma poi, a tutto questo, si aggiunge la situazione di questa donna incinta che sa di portare in grembo un feto incompatibile con la vita, mentre prima avrebbe potuto scegliere di interrompere la gravidanza».
Come è successo?
Il 22 gennaio 1973 Jane Roe, pseudonimo dell'attivista Norma McCorvey, intentò causa contro Henry Wade, procuratore distrettuale della Contea di Dallas, Texas, contestando le leggi dello stato che vietavano l'aborto. Al tempo, la Corte Suprema dichiarò incostituzionali le leggi statali che vietavano l'aborto, definendo che la donna ha il diritto costituzionale di interrompere la gravidanza entro il primo trimestre. Venne introdotto il concetto del bilanciamento degli interessi: nel primo trimestre, la decisione sull'aborto spettava completamente alla donna e al suo medico; nel secondo trimestre, lo Stato poteva regolamentare la procedura per proteggere la salute della madre; nel terzo trimestre, l'aborto poteva essere limitato o vietato, a meno che non fosse necessario per salvare la vita o la salute della madre. Una svolta positiva, profonda e duratura che ha consentito alle donne di tutelare la loro salute fisica e mentale per 49 anni, fino alla sentenza Dobbs. Il caso Dobbs contro Jackson Women's Health Organization ha stabilito che il diritto all'aborto non è protetto dalla Costituzione. Secondo la Corte, l'interruzione volontaria di gravidanza non è menzionata nel testo costituzionale e non è «profondamente radicata nella storia e nelle tradizioni della nazione». Inoltre, ha stabilito che la divisione in trimestri risulta arbitraria e priva di fondamento scientifico. Di conseguenza, il diritto all'aborto, come definito in Roe, è stato considerato una creazione giuridica priva di fondamento costituzionale, preferendo rimettere la questione ai singoli Stati.
Le nuove leggi
Lo studio pubblicato pochi giorni fa non ha fornito una suddivisione dei tassi di mortalità infantile per Stato, ma dal 2022 ogni Paese degli USA ha messo in atto leggi che potessero stabilire cosa fosse più giusto per le donne e per le loro gravidanze. In Texas, per esempio, subito dopo l'annullamento della sentenza del 1973, si è pensato che vietare l’interruzione volontaria di gravidanza dopo sei settimane di gestazione nella maggior parte dei casi, compresi stupri e incesti, fosse la cosa più giusta da fare. Il disegno di legge proponeva che chiunque avesse potuto citare in giudizio una persona sospettata di aiutare un’altra persona ad abortire, ottenendo addirittura una ricompensa di 10.000 dollari. In generale, i divieti di aborto hanno messo a rischio anche la salute delle donne incinte. Tantissime negli Stati Uniti hanno segnalato di aver visto negare aborti medicamente necessari a causa delle leggi restrittive. Due donne in Georgia, Amber Nicole Thurman e Candi Miller, sono morte a causa di mancate interruzioni di gravidanza, come riportato dal The Guardian. Gli attivisti contro il diritto di scelta hanno lavorato instancabilmente per decenni, cercando di far approvare leggi restrittive a livello statale e influenzando la composizione conservatrice dei tribunali, inclusa la Corte Suprema. Anche se il movimento per il diritto all’aborto ha sempre contestato queste strategie, ora l'America si ritrova in una situazione sfavorevole. La sentenza sul caso Dobbs segna la fine dell'aborto legale e sicuro in gran parte degli Stati Uniti. Diverse legislazioni statali prevedono l'abolizione automatica e totale dell'aborto, e solo 14 Stati, insieme al Distretto di Columbia, hanno leggi che garantiscono il diritto all'aborto. Questo comporta una diminuzione drammatica nell'accesso a procedure sicure. È probabile che i tassi di aborti sicuri calino, mentre aumentano quelli “non sicuri” e, con essi, i tassi di mortalità materna. Di conseguenza, molte persone si sono viste costrette a portare a termine gravidanze e a diventare genitori contro la loro volontà e a rischiare la vita dando alla luce «bambini incompatibili con la vita».