Dati rubati, Meloni evoca l?eversione: «Nessuno Stato di diritto può tollerare dossieraggi»

3 settimane fa 28

L’Italia dei dossier spaventa tutti. E a sentirsi nel mirino degli spioni, degli hacker, dei mestatori e dei professionisti delle trame oscure e dei ricatti irricevibili c’è anzitutto la destra di governo. E in particolare Giorgia Meloni o meglio la sua famiglia intesa come la sorella Arianna. La premier ha deciso di reagire pubblicamente a questo grumo di minacce personali e politiche. E lo fa attraverso le pagine del prossimo libro di Bruno Vespa, che come sempre per i volumi del giornalista televisivo esce nell’autunno per arrivare, disseminando le varie anticipazioni, al Natale delle grandi vendite.

«Le inchieste dicono che il dossieraggio su di me è cominciato già alla fine del governo Draghi quando si capiva che sarei potuta andare al governo», dice Meloni nel libro «Hitler e Mussolini. L'idillio fatale che sconvolse l'Europa (e il ruolo centrale dell'Italia nella nuova Europa)».

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Minacce

E incalza Giorgia: «Sulla vicenda dei dossieraggi, mi aspetto che la magistratura vada fino in fondo. Perché, nella migliore delle ipotesi, alla base di questo lavoro c'è un sistema di ricatto ed estorsione, ma nella peggiore siamo davanti al reato di eversione. Nessuno Stato di diritto può tollerare una cosa del genere».

Si dice spesso che Meloni sia ossessionata dall’ansia di trame oscure, che la sinistra considera inesistenti, e che sia affetta dalla sindrome del complotto. In effetti Meloni, che chi la frequenta vede ad occhio nudo quanto sia provata dalla stanchezza del governare ma stanca soprattutto di sentirsi nel mirino di tutti su tutto, ha qualche ragione però nel considerare molto pericolosa questa escalation dei dossieraggi, questa nuova fase delle minacce e degli spionaggi e le ultime intrusioni informatiche ai danni di tutti, compresa la seconda carica dello Stato, La Russa, per non dire della vicenda della mail intercettata del presidente Mattarella, stanno producendo un allarme nelle istituzioni perché è proprio la vita democratica che non può tollerare certe macchinazioni.

Alla domanda sul perché ci sia tanto accanimento su sua sorella Arianna, che è stata spiata anche dal bancario di Bari, Meloni replica: «Quando è uscita questa notizia, mia sorella mi ha mandato la foto dell'estratto del suo conto in banca. C'erano 2100 euro. Mi ha scritto: se me l'avessero chiesto, lo avrei detto io quanto avevo sul conto. E ha aggiunto la faccina che ride. Credo che si accaniscano su Arianna perché non ha le tutele che posso avere io, ma colpire lei è come colpire me. Purtroppo per loro, hanno a che fare con un'altra persona che non ha scheletri nell'armadio».

S’intrattiene anche Meloni, nel libro di Vespa, sul rapporto con le opposizioni: «Chi viene scelto dal popolo per governare deve poterlo fare con un orizzonte di legislatura. Vorrei il dialogo ma così la vedo dura». E si riferisce alla battaglia intorno alla Rai, alla guerra sull’elezione del giudice costituzionale e a tutto il resto.

Nella campagna elettorale permanente, il muro contro muro è la modalità prescelta e così sarà, sembra di capire dalle parole di Meloni sia pubbliche sia private, fino alla fine della legislatura. E il record che Giorgia vuole raggiungere è quello di aver dato all’Italia un solo governo che duri un’intera legislatura, cosa che mai è accaduta, e dunque farà di tutto per evitare rimpastini e rimpastoni. Quanto all'ipotesi di voto anticipato, Meloni dice che alcuni organi d’informazione «raccontano un sacco di cose, tendenzialmente false. Ho smesso di leggere la rassegna stampa quando mi sono resa conto che almeno la metà delle cose che si scrivono non vengono scritte per raccontare un fatto, come dovrebbe essere, ma piuttosto per tentare di determinarne uno. È un tentativo di condizionamento al quale non mi presto».

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Scontri

E ancora Meloni contro il Nazareno: «Dovrebbe far sorridere che un partito che si definisce democratico dica che devi passare sui loro corpi per rafforzare la democrazia in Italia. Ormai non mi stupisco. Mi prendo serenamente gli attacchi della sinistra perché ho l'ardire di sostenere che gli italiani dovrebbero avere il diritto di eleggere direttamente il presidente del Consiglio, togliendo questo potere alle dinamiche del Palazzo».

Ma non sembra affatto il Pd a spaventare Meloni. Sono le manovre e le trame oscure. E «bisogna capire - dice Guido Crosetto, il ministro della Difesa - se c’è un filo rosso nei dossieraggi». Ossia un attacco deliberato e sistematico contro la destra al potere.

Mario Ajello

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