Georgia, gli ?amici? di Putin avanti: ?Sogno georgiano?, formazione di governo filorussa, batte il fronte delle opposizioni

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La prima fase delle parlamentari in Georgia, con il voto degli elettori alle urne, è finita. Adesso si attende la seconda, con le tradizionali liti e proteste di piazza, in passato pericolose e violente. Come era ampiamente previsto nelle attese della vigilia, i primi exit poll differiscono tra loro. Quelli dei media filo-governativi danno la vittoria a “Sogno georgiano” (SG); gli altri al blocco composito delle opposizioni. Tivù “Imedi”: “Sogno georgiano” 56,1%; “Coalizione del cambiamento” 12,6% - “Unità” 11,6% - “Forte Georgia” 7%. Canale “Mtavari”: “Sogno georgiano” 42%; “Coalizione del cambiamento” 18% - “Unità” 13% - “Forte Georgia” 9% - “Gakharia per la Georgia” 8%.

Georgia, la presidente Zurabishvili: oggi si decide il nostro futuro

Nel cielo sopra agli uffici, dove ha sede “Sogno georgiano”, alla chiusura dei seggi sono stati sparati dei fuochi d’artificio in segno di giubilo, ma il presidente della repubblica Salomé Zourabichvili ha invitato tutti ad avere pazienza e ad aspettare l’esito dello spoglio ufficiale. Solo allora si saprà chi avrà realmente vinto ed avrà ottenuto la maggioranza dei 150 seggi in palio.

LA SOGLIA E LE ACCUSE
Per avere una rappresentanza parlamentare è necessario superare la barriera del 5% delle preferenze. 18 erano le formazioni in lizza e circa 3 milioni gli elettori aventi diritto al voto. Nei primi risultati parziali dello spoglio, comunicati dalla Commissione elettorale, SG è data in testa con oltre il 50%. Il nodo principale è capire se la soglia del 50% verrà mantenuta dai filo-governativi. Presto, c’è da stare certi, i contendenti si scambieranno accuse di brogli. Nei giorni scorsi si sono già registrate le solite denunce, secondo le quali i lavoratori statali sarebbero stati intimiditi e spinti a votare per i filo-governativi altrimenti sarebbero stati licenziati.

La consultazione di ieri è stata presentata - forse impropriamente - come uno scontro tra i governativi “filo-russi” di “Sogno georgiano” e il blocco delle opposizioni (composto da 4 formazioni), che spingono per un’accelerazione dell’integrazione europea. I toni fortemente polarizzati hanno spaccato in due l’opinione pubblica. La scelta sarebbe ora tra la guerra e la pace; tra l’essere vassalli e il rimanere liberi. Stando ai sondaggisti, la capitale Tbilisi e le maggiori città del Paese appoggiano le opposizioni, mentre le province sono con SG.

Estesa quanto l’Irlanda, l’ortodossa Georgia - unita alla Russia dall’inizio del 19esimo secolo al crollo dell’Urss nel 1991 - ha perso il controllo di due sue regioni separatiste negli anni Novanta. Tentando di riprendersene una - l’Ossezia meridionale – l’allora presidente Michail Saakashvili (oggi detenuto in prigione per una condanna di abuso di ufficio) provocò l’intervento militare di Mosca nell’agosto 2008. Per 5 giorni si combatté un conflitto sanguinoso a fatica fermato dalla diplomazia occidentale.Al potere dal 2012 il magnate dei media, Bidzina Ivanishvili - il “Berlusconi” di Georgia – (il fondatore di SG che poi ha lasciato la carica di primo ministro ai suoi fedelissimi) ha intrapreso un percorso di riappacificazione con il Cremlino, ma anche di avvicinamento all’Unione europea, interrottosi – secondo le opposizioni - dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina nel 2022.

LE LEGGI “FILO-RUSSE”
Nel maggio scorso il Parlamento georgiano, controllato da SG, ha approvato una legge “liberticida” (quella sugli “agenti stranieri” che colpisce il finanziamento di Ong e dei mass media), copiando quanto fatto da Putin nel 2013. Da qui l’etichetta di “filo-russi”, appiccicata addosso a “Sogno georgiano”, e dell’“Orban del Caucaso” a Ivanishvili. Sono seguite le prese di distanza da Tbilisi da parte di Ue e di Usa, nonostante la Georgia sia molto avanti nelle trattative (al momento congelate) di adesione ai Ventisette prevista per il 2030. Ad inizio di ottobre è stata poi approvata una legge anti-Lgbt, non controfirmata dalla presidente Zourabichvili, che, al contrario, è vicina al blocco delle opposizioni e ha invitato i connazionali a votare “senza paura”.

Malgrado le accuse di essere filo-russi, SG ha inserito la bandiera europea nel suo logo. Secondo l’ex ambasciatrice georgiana presso l’Ue, Natalie Sabadnadze, la svolta autoritaria di SG è chiara: adesso «SG vuole ottenere la maggioranza per smantellare il sistema e farlo legalmente». Membri del blocco delle opposizioni intendono, una volta al potere, liberare Saakashvili, nemico giurato di Vladimir Putin. Festeggia, intanto, Viktor Orban: «Il popolo della Georgia sa cosa è meglio per il suo Paese – esulta il premier d’Ungheria – e oggi ha fatto sentire la sua voce».

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