Missili Atacms, costi, potenzialità, effetti: cosa sono le armi usate da Kiev contro la Russia dopo l'ok Usa

1 giorno fa 13

Il nuovo attacco dell'Ucraina al territorio russo riaccende l'attenzione sulle nuove armi americane che potrebbero avere un ruolo fondamentale nell'andamento del conflitto nei prossimi mesi. I missili MGM-140 Army Tactical Missile System, meglio conosciuti con l’acronimo Atacms, rappresentano un caposaldo dell’arsenale militare statunitense e degli alleati Nato.

Si tratta di missili balistici tattici a corto raggio (Srbm) con una gittata massima di 300 km, progettati per colpire con precisione obiettivi strategici sul campo di battaglia. Nonostante la loro concezione risalga ai primi anni ’80 (l’introduzione operativa è avvenuta durante l’operazione “Desert Storm” nella Guerra del Golfo del 1991), gli Atacms rimangono rilevanti grazie alla loro affidabilità, versatilità e capacità di aggiornamento tecnologico.

Un’arma strategica

Gli Atacms sono missili “superficie-superficie”, lanciati da terra tramite piattaforme semoventi come gli Himars (lanciarazzi multipli collegati a veicoli corazzato) o gli Mlrs M270 (lanciarazzi pesanti trasportati da mezzi cingolati). Ogni lanciatore può trasportare un singolo missile, lungo 4 metri e dal peso variabile tra i 1.300 e i 1.660 kg.

Il sistema di propulsione a combustibile solido garantisce prestazioni stabili e sicure, mentre la guida avviene tramite calcoli balistici o Gps, quest’ultimo indispensabile per raggiungere obiettivi con estrema precisione.

La testata dell’Atacms può essere configurata per diversi scopi: può essere utilizzata come un ordigno a frammentazione, ideale per colpire truppe o mezzi su vaste aree. Oppure come ordigni unitari, per distruggere infrastrutture fortificate o bersagli strategici.


Questi missili, prodotti attualmente dalla Lockheed Martin, hanno un costo che varia tra 800.000 e 1.700.000 dollari ciascuno, a seconda della versione e delle specifiche. Non sono in dotazione all’Esercito Italiano, ma numerosi alleati della Nato, così come Paesi come Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti e Australia, li includono nei propri arsenali.

Il ruolo degli Atacms nel conflitto in Ucraina

La guerra in Ucraina ha riacceso l’interesse per questa tecnologia. Kiev, più volte, aveva richiesto agli Stati Uniti l’autorizzazione all’impiego di missili con una gittata sufficiente a colpire obiettivi strategici sul territorio russo. Tuttavia, tale autorizzazione non era mai stata concessa fino a pochi giorni fa, quando l’amministrazione Biden ha finalmente dato il via libera all’utilizzo di Atacms a lungo raggio.

La decisione è arrivata in risposta agli indiscriminati bombardamenti russi sulle infrastrutture civili e militari ucraine. L’uso degli Atacms offre all’esercito ucraino una capacità offensiva potenziata, permettendo di colpire depositi di munizioni, centri di comando e basi logistiche nemiche in profondità, modificando gli equilibri sul campo di battaglia.

Gli Stati Uniti avevano già fornito missili Atacms all’Ucraina, ma in una configurazione con gittata limitata. Nonostante queste restrizioni, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva sottolineato circa un anno fa la loro efficacia operativa. Ora, con la versione completa di questi missili, l’esercito ucraino dispone di uno strumento distruttivo che potrebbe avere un peso notevole sull'andamento del conflitto e i rapporti tra la Russia e gli Stati Uniti.
 

Leggi tutto