La comunità americana di Napoli ha tirato l’alba di ieri prima di mettersi a riposare, la lunga notte delle elezioni s’è snodata in tanti rivoli differenti, dal consueto party elettorale al consolato americano in piazza della Repubblica, alle riunioni nella case dei militari statunitensi di stanza in città, fino alle camere d’albergo dove alloggiavano uomini d’affari e turisti Usa che, spiegano dalle reception, sono rimaste accese tutta la notte con le tv sintonizzate sui canali satellitari dagli States per non perdere nemmeno un attimo dello spoglio che ha portato Trump alla seconda elezione.
In realtà c’è chi, subito dopo l’ufficializzazione del voto, non è andato a dormire ma s’è immediatamente messo al lavoro: è il pastoraio napoletano Marco Ferrigno che aveva già lanciato, con successo, la statuina di Donald Trump. «Appena avuta certezza dell’elezione ho convocato il mio staff e, dall’alba, abbiamo iniziato a produrre centinaia di altre statuine. La scelta si è rivelata vincente: da metà mattinata sono arrivate le prime richieste, anche dall’America e gli ordini stanno andando avanti senza soluzione di continuità». Ferrigno spiega che non aumenterà il prezzo, era 25 euro e resterà tale.
Il party elettorale
Come di consueto al consolato Usa di Napoli è stata organizzata la “notte elettorale”, un appuntamento ormai diventato fisso, ogni quattro anni, in occasione del voto presidenziale negli Stati Uniti. Oltre ai consueti ospiti, stavolta la console generale Tracy Roberts-Pounds ha deciso di coinvolgere anche due gruppi di giovani napoletani: una rappresentanza di studenti di Scienze politiche della Federico II che, negli ultimi mesi ha seguito ed esaminato il susseguirsi delle vicende elettorali per le presidenziali Usa, e alcune giovanissime donne dell’associazione “Prime Minister” che si occupa della formazione alla politica di ragazze dai 14 ai 19 anni.
Nel corso della lunga notte gli studenti della Federico II hanno presentato i primi risultati delle loro analisi, dalla gestione degli exit-poll all’influenza dei social in questa tornata elettorale: «Il nostro impegno comune per una società libera e partecipativa ha legato le nostre nazioni per decenni - ha sottolineato la console - il Segretario di Stato Antony Blinken incoraggia i giovani leader alla partecipazione civica, per sottolineare come l'azione collettiva aiuti le democrazie a rimanere resilienti. Il Dipartimento di Stato sostiene molti programmi educativi e culturali per rafforzare le reti civiche e promuovere iniziative democratiche nei paesi di tutto il mondo, ecco perché siamo stati particolarmente felici di avere con noi questi due gruppi di giovani».
I giovani napoletani ospiti del consolato sono stati invitati ad affiancare Tracy Roberts-Pounds al momento del taglio della torta espressamente creata per la notte trascorsa nel palazzo di piazza della Repubblica, un dolce realizzato con i colori della bandiera americana ma con un testo scritto rigorosamente in italiano: elezioni 2024, l’America decide.
Come d’abitudine nessun commento “politico” sull’esito del voto: «La notte trascorsa in attesa dei risultati delle elezioni americane del 2024 - ha detto la console generale - celebra la storica amicizia tra Italia e Stati Uniti. Attraverso tante stagioni elettorali, nei nostri due paesi, abbiamo imparato che la democrazia non consiste semplicemente nel depositare una scheda elettorale, ma nel creare insieme un futuro migliore».
La comunità
Il resto della comunità americana di Napoli ha vissuto il momento del voto in maniera meno condivisa. Per i militari di stanza a Napoli non c’è stata nessuna organizzazione ufficiale per una visione collettiva della lunga notte elettorale e ieri mattina all’alba le attività della Navy sono riprese senza nessun sussulto. Molti dei marinai statunitensi, però, avevano le occhiaie per la notte trascorsa a guardare la tv: si sono riuniti in piccoli gruppetti all’interno delle loro case e hanno vissuto assieme i momenti dello spoglio. Nessuna dichiarazione ufficiale sull’esito delle elezioni, ché agli uomini in divisa non è consentito esprimere pubblicamente un parere sulla politica.
Sono stati decisamente più esplicite le reazioni di alcuni uomini d’affari ospiti negli alberghi della città. Spiega il personale di reception che quando c’è stata la definitiva consacrazione dell’elezione di Donald Trump, era praticamente l’alba, da alcune stanze di un albergo sul lungomare dove c’è un gruppo di americani (abbiamo promesso riservatezza e la manterremo) si sono levate urla di giubilo che hanno disturbato il sonno di tutti gli altri ospiti della struttura.
All’opposto, la comunità napoletana di New York ha vissuto il successo del tycoon con delusione: i partenopei in esilio nella grande mela avevano espresso un appoggio quasi totale a Kamala Harris anche se in molti, già alla vigilia, avevano spiegato di avere certezza che avrebbe vinto Trump.