Chiara Jaconis morta a Napoli, ecco il murales ai Quartieri Spagnoli: «Così nostra figlia vive»

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Il ricordo di Chiara Jaconis è diventato una traccia indelebile a Napoli dove, ieri, è stato inaugurato il murale a lei dedicato. La bellezza della 30enne padovana con il volto sorridente, illuminato dai suoi occhi azzurri, ora è un ritratto impresso sulla palazzina a pochi passi dal punto in cui la giovane ha perso la vita, ferita mortalmente da una statuina precipitata dall’alto mentre passeggiava nei Quartieri Spagnoli lo scorso 15 settembre.

L’opera dello street artist Juan Pablo Gimenez che ha realizzato il dipinto partecipando all’ondata di affetto e solidarietà della popolazione, è stata inaugurata ieri pomeriggio, di fronte allo sguardo commosso ed emozionato dei familiari di Chiara. Il drappo che ricopriva il murale in via Santa Teresella agli Spagnoli è stato tirato via alle 18 in punto tra gli applausi di decine di persone e le lacrime di gioia di papà Gianfranco, mamma Cristina e della sorella Roberta.

La famiglia 

La forte pioggia non ha scoraggiato il gruppo di circa cinquanta persone riunite per omaggiare i familiari di Chiara a cui sono state donate due tele, un ritratto della giovane dipinto da Gimenez e un’altra immagine realizzata da Ivano Nobile, un manufatto artigianale da parte dei commercianti, ristoratori e degli artigiani della zona e anche delle collanine fatte a mano. Gesti che, come hanno detto Gianfranco e Cristina «potevano essere realizzati solo a Napoli, la città che ha adottato Chiara e che con il murales ci ha fatto una carezza».

L’immagine del murales ritrae una foto scelta dalla famiglia per la sua semplicità. Chiara sorride dolcemente davanti a un cappuccino. «Quello che è successo per noi è un fine pena mai, un ergastolo che ci ha lasciato un vuoto che non può essere colmato - hanno detto i genitori - solo Napoli poteva rendere tutto questo meno tragico con il suo calore». Infine i familiari della 30enne padovana hanno ribadito il loro appello alla giustizia: «Niente ci riporterà Chiara ma dobbiamo a lei e a noi stessi giustizia, siamo certi che la verità verrà a galla».

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Il popolo

Il murale è solo l’ultima delle iniziative che la popolazione dei Quartieri spagnoli ha messo in campo spontaneamente e senza alcun intermediario istituzionale. Il punto in cui la giovane ha perso la vita, infatti, è diventato una specie di luogo sacro dove quotidianamente c’è chi lascia un bigliettino, un fiore o un lumino per omaggiare il ricordo della ragazza che aveva scelto di festeggiare il suo trentesimo compleanno con la vacanza nel capoluogo partenopeo. «Chiara è diventata l’angelo custode dei Quartieri Spagnoli ma, soprattutto, è considerata da tutti una di noi» hanno raccontato i gruppetti di residenti che ieri affollavano i vicoli descrivendo la turista come «un’abitante di questa zona di cui è diventata parte perché la sua tragica fine e il dolore dei familiari ci hanno coinvolto tutti, sarebbe potuto accadere a uno di noi».

Le indagini 

Il 19 ottobre ha segnato un mese esatto dalla morte di Chiara che, subito dopo il grave ferimento, era stata ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale del Mare per due giorni fino a quando il suo cuore aveva cessato di battere.

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Poco dopo, l’abbraccio simbolico e reale tra i familiari della giovane e il popolo napoletano si è concretizzato nella fiaccolata a cui parteciparono il padre e la sorella della 30enne padovana a cui seguì la messa celebrata nella chiesa di Sant’Anna di Palazzo da don Antonio Iannotti che ha rinnovato la sua omelia, il 17 ottobre.

Gli accertamenti della vicenda giudiziaria che, fin’ora, ha coinvolto gli occupanti dell’appartamento al terzo piano di una palazzina in via Santa Teresella agli Spagnoli, destinatari di avvisi di garanzia. Secondo le ricostruzioni fatte dagli investigatori i genitori del bimbo che avrebbe fatto precipitare la statuina sono indagati per omicidio colposo e omesso controllo.

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